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WEEK END CELESTIALE CON IL CANTO DEGLI ANTICHI ORGANI Comunità e beatitudine ai concerti di Loreo e Lendinara.

LOREO-LENDINARA-Un sereno week end di beatitudine. È lo straordinario effetto dei concerti del Festival Antichi organi del Polesine, organizzato da Asolo Musica con la direzione artistica del maestro Nicola Cittadin, che sabato 4 e domenica 5 dicembre 2021 ha toccato due aree geografiche opposte della provincia di Rovigo, come Loreo e Lendinara, ma unite nella riscoperta di un patrimonio storico, musicale e spirituale comune: quello di avere un organo antico nelle chiese, che richiama le persone al senso di comunità ed entra nei cuori con una musica che addolcisce i sentimenti.

Nella chiesa dell’Assunta di Loreo, edificio barocco progetto del Longhena del XVII, c’è l’antica opera n. 239 del 1787 del “professor d’organi” Gaetano Callido, che ha cantato inebriando il pubblico su un programma musicale barocco coetaneo, perfettamente adatto alla sua fonica. Alla consolle il maestro Felix Marangoni in assolo e in duetto con un virtuoso della tromba, Diego Cal (vent’anni da solista nell’Orchestra di Padova e del Veneto). Da Albinoni a Torelli, a Bach, Marangoni con un notevole “tocco all’organo” ha messo in luce tutti i colori e le potenzialità di uno strumento straordinariamente ben restaurato e conservato. Il maestro non si è risparmiato nell’uso della pedaliera (che comanda i registri dei contrabbassi e dei tromboni), sebbene ridotta e di tipo “a leggio”, difficile da suonare. Standing ovation del numeroso pubblico, nonostante la pioggia che ha cercato di far pantofolare tutti a casa. I musicisti sono stati chiamati al bis fuori programma con entusiastici e scroscianti applausi prolungati. Straordinaria l’accoglienza e l’apprezzamento del parroco don Angelo Vianello, che ha omaggiato i maestri con una pubblicazione sugli organi storici della Diocesi di Chioggia. Ringraziamenti a profusione per il Comune di Loreo, rappresentato dalla consigliera Sara Forzato, che ha creduto nell’iniziativa culturale e sostenuto il concerto nel proprio territorio.

Musica diversa, ma assolutamente celestiale, inneggiante al prossimo Natale, quella dell’organo Malvestio del 1926, costruito per programmi tardo romantici nella chiesa di San Biagio, edificio di molte sovrapposizioni architettoniche a partire dal Trecento, a Lendinara. Qui la straordinaria rete tra comune e associazionismo della “città ospitale”, di nome di fatto, in particolare il Gruppo Scout, ha allestito uno schermo sul presbiterio che ha consentito di apprezzare anche con lo sguardo, la tecnica organistica allo strumento, che si trova nel coro ligneo dietro l’altar maggiore. Accoglienza festante da parte del parroco don Michele Samiolo, che ha parlato di “orgoglio di possedere uno strumento storico che invita anche ad una riflessione spirituale in questo tempo di Avvento” e dell’amministrazione comunale sostenitrice e partner dell’iniziativa, presente con l’assessore alla Cultura Francesca Zeggio ed il sindaco Luigi Viaro, che ha parlato di “importanza di fare comunità, di affrontare le difficoltà insieme ed in squadra, a tutti i livelli, perché da soli non si va da nessuna parte” ed ha ribadito che la cultura e la musica d’organo in particolare, ha proprio questa straordinaria capacità di aggregazione.

Meraviglioso, insolito, rasserenante, il connubio tra l’antico organo, diretto dal maestro Alberto Barbetta ed il moderno sassofono, diventato quasi una voce umana, con mille coloriture emozionali, suonato dal maestro Alessandro Juncos. Chiesa piena e plaudente per un concerto spirituale ed introspettivo, partito con “le melodie dell’anima”, tre melodie gregoriane di De Lioncourt, come sussurri di preghiere; e terminato con un gioioso florilegio di note natalizie altamente evocative. Magistrale l’assolo di Juncos che col suo sax ha percorso la navata centrale, in un’improvvisazione originalissima. Apertura di cuore e brividi di entusiasmo con l’omaggio a Saint-Saëns nel centenario della sua morte, con “Il cigno” tratto da “Il carnevale degli animali”: le dita dell’organista ad accarezzare i tasti come le zampette dei cigni vogano sott’acqua e la voce del sax a riecheggiare il celebre tema, poi ripreso dalla coreografia russa di Michael Fokine “La morte del cigno”. Impressionante per il pubblico il dialogo di colori tra i due strumenti ed i virtuosismi tra i registri dell’organo su “Ah! Vous dirai-je, maman” di Rinck.

L’organizzazione del Festival Antichi organi è di Asolo Musica-Amici della musica col contributo della Regione del Veneto ed il patrocinio del Mic, nell’ambito del circuito concertistico “Cantantibus organis”; ha il patrocinio delle due Diocesi di Adria-Rovigo e di Chioggia, nelle cui basiliche e chiese sono ospitati i concerti in programma; ed altresì il patrocinio della Provincia di Rovigo, a sottolineare l’unica identità dei territori ospitanti. Fondamentale per il Festival è l’apporto dei Comuni partner e sostenitori del progetto: Lendinara, Loreo, Porto Tolle e Rovigo. In collaborazione con le Parrocchie ospitanti di Bv Maria del rosario Polesella, Santa Maria Assunta Loreo, San Biagio Lendinara e San Nicolò di Ca’ Venier; e col Sindacato del Tempio La Rotonda di Rovigo. Tutti i concerti sono ad ingresso gratuito, con obbligo di greeenpass e mascherina.

PROSSIMO CONCERTO

12/12/2021, ore 17.30

Ca’ Venier (Porto Tolle), Chiesa arc. di San Nicolò vesc.

Organo Giacomo Bazzani, 1887

Silvia Berto, organo

Eugenia Zuin, contralto

Giulio Baraldi, viola e viola d’amore

Cassandra Sozzo, flauto dritto

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